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Il congedo parentale giova al benessere mentale di mamme e papà

Data:

02 marzo 2023

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Assicurare ad ogni bambino un buon inizio significa anche aiutare i genitori a prendersene cura, trovando un equilibrio tra gli impegni professionali e la famiglia. Una misura politica essenziale indirizzata alle famiglie e a supporto della prima infanzia è il congedo parentale o familiare. Letteralmente si intende un periodo di astensione dal lavoro di un genitore, sia esso madre o padre. La legge disciplina i tempi e le modalità di astensione, che per alcuni periodi può essere retribuita: la sua funzione è quella di consentire la presenza del genitore accanto al bambino al fine di soddisfare i bisogni di cura, affettivi e relazionali del minore. Se il congedo parentale è neutro rispetto al genere, esistono il congedo di maternità e il congedo di paternità spettanti esclusivamente alla madre e al padre. 

Congedi parentali ben strutturati possono aiutare i genitori durante i primi anni di vita del bambino. Il congedo di maternità post partum consente alla madre di recuperare dopo la gravidanza e il parto e di sviluppare un attaccamento sicuro, vitale per il benessere di mamma e neonato, favorisce la durata dell’allattamento al seno, protettivo per la salute di entrambi. Se ben pagato e tutelato aiuta le mamme che lavorano a mantenere impiego e reddito, anche se un congedo troppo lungo rischia di avere effetti opposti. Il congedo di paternità oltre a rafforzare il legame del padre con il bambino, ridistribuisce il carico della cura del neonato tra entrambi i genitori. 

Infine, un congedo parentale pagato consente ad entrambi i genitori di rimanere sul mercato del lavoro, attraverso la tutela del lavoro e supporta, nella famiglia, una più equa distribuzione del tempo dedicato al lavoro e alla vita extra lavorativa, con tutte le potenziali implicazioni sui livelli di stress e sul benessere mentale.  

Fonte: dors.it