La Corte di giustizia dell’Unione europea, con sentenza del 4 maggio (cause riunite C-529/21 e altre promosse da alcuni vigili del fuoco bulgari) è intervenuta interpretando gli articoli 1 e 12 della direttiva 2003/88/CE (recepita in Italia con d.lgs. 8 aprile 2003 n. 66) su alcuni aspetti riguardanti l’orario di lavoro. La Corte ha stabilito che la direttiva si applica ai lavoratori del settore pubblico, quali i vigili del fuoco, che sono considerati lavoratori notturni, purché tali lavoratori svolgano le loro attività in condizioni abituali. L’articolo 12 della direttiva 2003/88, letto alla luce dell’articolo 20 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, deve essere interpretato nel senso che: esso non osta a che la durata normale del lavoro notturno fissata in sette ore nella normativa di uno Stato membro per i lavoratori del settore privato non si applichi ai lavoratori del settore pubblico, quali i vigili del fuoco, nel caso in cui una differenza di trattamento del genere si basi su un criterio obiettivo e ragionevole, vale a dire sia rapportata a un legittimo scopo perseguito da tale normativa e sia proporzionata a tale scopo. 

Fonte: curia.europa.eu