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Principio di legalità e divieto di analogia in materia penale: il giudice non può applicare la legge penale in situazioni non riconducibili al significato letterale delle espressioni usate dal legislatore  

Data:

26 maggio 2021

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Corte Costituzionale

Il divieto di applicazione analogica della legge penale a sfavore del reo “costituisce un limite insuperabile rispetto alle opzioni interpretative a disposizione del giudice di fronte al testo della legge”. Ciò a garanzia sia del principio della separazione dei poteri, che assegna al legislatore – e non al giudice – l'individuazione dei confini delle figure di reato; sia della prevedibilità per il cittadino dell’applicazione della legge penale, che sarebbe frustrata laddove al giudice fosse consentito assegnare al testo un significato ulteriore e distinto da quello desumibile dalla sua immediata lettura. È quanto si legge nella sentenza n. 98 con la quale la Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile una questione di legittimità costituzionale. 

Fonte: cortecostituzionale.it