news Marco Aurelio

Rumore da movida: l’esperienza al tempo del Covid

Data:

16 dicembre 2021

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Con il progressivo superamento delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, il 2021 è stato caratterizzato da problematiche legate al rumore da manifestazioni ed eventi e, più in generale, al rumore da “movida”.

Se la normativa sull’inquinamento acustico (legge quadro 447/95 e decreti attuativi) tutela i cittadini dal rumore prodotto da attività di somministrazione, al chiuso o all’aperto con resedi e da diffusione musicale, sia permanente che occasionale, la movida nel suo complesso risulta invece non gestibile con la sola normativa di settore. In tali casi il rumore non è infatti imputabile alla specifica attività, ma all’insieme di rumori di avventori e della musica prodotta, ma soprattutto di molte persone che stazionano nelle vie e/o piazze. Tutto ciò benché indotto dai locali, non è direttamente imputabile ad essi.

La difficoltà di gestire assembramenti nei luoghi pubblici e di divertimento, con tutte le loro conseguenze, è esplosa con l’emergenza sanitaria: la situazione è risultata sotto controllo solo nei periodi di lock-down, con provvedimenti drastici di divieto della fruizione degli spazi, per poi ripresentarsi appena terminate le restrizioni. Tuttavia alcune esperienze dell’emergenza sanitaria potrebbero essere riprese e utilizzate per la gestione ordinaria delle aggregazioni con disposizioni su: limitazione numerica di accesso alle vie/piazze della movida (fino ad arrivare a sistemi di controllo degli accessi), fino a divieti di stazionamento nelle situazioni più compromesse, consumo solo con servizio ai tavoli, divieto di vendita di bevande da asporto, disciplina degli orari nelle situazioni critiche, potenziamento dei controlli, anche avvalendosi di servizi di sicurezza privata.

A questi provvedimenti drastici, quindi non sempre direttamente trasferibili alla gestione routinaria della movida e che comunque devono trovare un equilibrio tra libertà di impresa, libertà dei frequentatori e diritti dei cittadini alla quiete e alla sicurezza, si sono affiancate buone prassi, come i patti per la movida, quali:

  • il piano per la movida sostenibile del Comune di Firenze;
  • il patto per la movida sicura per il Comune di Milano;
  • il piano risanamento acustico comunale per l’inquinamento acustico legato ai fenomeni della movida del Comune di Torino.

L’esperienza dell’emergenza sanitaria può quindi essere un ausilio per cercare di affrontare un fenomeno, soprattutto di “movida molesta” – con i correlati aspetti di schiamazzi, mancanza di decoro urbano, alcolismo, risse, vandalismo – ormai diventato non facilmente governabile dagli enti locali, senza una strategia complessiva per ricondurlo ad una corretta aggregazione sociale.

Fonte: snpambiente.it